giovedì 27 dicembre 2012

L’età giusta per un figlio



Ecco per noi, il terzo articolo di Agnese Festo psicologa in formazione.


Qual è l’età giusta per avere un figlio? E perché giudichiamo “male” chi decide di farlo tardi?
Secondo gli esperti l'età biologica più giusta per avere un bambino è intorno ai vent'anni. In genere, la fertilità e la probabilità di concepire bambini sani è massima a 20 anni e poi, col tempo, diminuisce a causa dell’invecchiamento degli ovociti femminili, passando da una probabilità di una gravidanza del 30–34 % a una probabilità pari al 10% dopo i 40 anni.
L’età psicologica della donna per affrontare una gravidanza, invece, differisce molto dall’età biologica. Il “grembo psichico”, così indispensabile per essere mamme dal punto di vista emotivo ed affettivo, matura molto più lentamente del biologico e sembra oggi aggirarsi intorno ai 30 anni in una società nella quale il desiderio di realizzazione personale cozza contro le esigenze, emotive ed economiche, dell’accudimento di un figlio.
Se è vero che la natura fa il suo corso e che non è molto comune rimanere incinta spontaneamente dopo i 45 anni, è anche vero che i progressi della scienza applicata alla medicina riproduttiva permettono sempre più spesso autentici miracoli.
In corrispondenza di annunci di gravidanza da parte di donne famose (posso citare Carmen Russo o Gianna Nannini) si alza solitamente un gran polverone di commenti pro e contro.
Perché ci interessiamo così tanto delle scelte altrui in tema di maternità? E’ assolutamente normale perché queste notizie generano pensieri ed emozioni che riguardano la nostra quotidianità e stimolano commenti e giudizi. Perché tanta foga nell’esaminare in modo critico le scelte di una persona che ha comunque compiuto un irreversibile atto d’amore? Non saremo certo noi ad allattare il bambino, non gli cambieremo noi i pannolini, non passeremo notti insonni con lui, nè avremo il compito di educarlo; non toccherà a noi il rischio di non vederlo crescere perché invecchiati troppo velocemente. 
Diventare madre è un vero lavoro. E’ stancante per una donna di vent’anni, lo è ancora di più per chi ne ha 40 o 50. Le motivazioni di base di questa scelta possono essere valide e condivisibili, ma nella maggior parte delle situazioni risultano sconosciute ai più. Per questo motivo è necessario astenersi dal giudizio e prima di tutto dimostrare stima, rispetto, solidarietà e supporto per una scelta così coraggiosa e difficile.


                                                                                                       
Agnese Festo - Psicologa in formazione
Per un primo colloquio gratuito, contattata il SIPO su: 

venerdì 21 dicembre 2012

Insegnare e' anche .............




Oggi sono venuta a conoscenza di un episodio molto lodevole che vorrei condividere con voi.
Ho saputo che una professoressa, ha invitato a casa sua, per una tombolata, i suoi alunni dell'ultimo anno.
Un gesto davvero lodevole, la professoressa si e' resa disponibile, dopo che ha saputo il desiderio di un gruppo dei suoi alunni di organizzare la tombolata, e soprattutto dopo che si e' resa conto che nessuna mamma degli alunni interessati, era disponibile ad ospitare in casa propria i ragazzi, nessuno voleva prendersi il "fastidio" di avere per casa un gruppo di ragazzi.
Cosa ne pensate ? Quanti insegnanti hanno fatto la stessa cosa o similare ?
Di mamme che non vogliono prendersi il "fastidio", ne conosco moltissime, come, pero', conosco anche mamme molto disponibili e collaborative, ma diventano sempre piu' rare.

                                                                          I vostri commenti:


Katia Di Maglie  ha scritto: Ho una maestra di asilo (scuola infanzia) molto disponibile. Che ogni tanto invita a cena bimbi e genitori per stare un po' insieme.

Silvia Pinky Barbaresco  ha scritto: Il 24 dicembre mio figlio di 13 anni va insieme alla sua classe a casa dell'insegnante di italiano che, in cambio dell'aiuto per fare l'albero di natale, offre cioccolata in tazza per tutti! I ragazzi sono estasiati!

Silvia Gardellin  ha scritto: Oggi a casa mia c'erano: mio figlio di 7 anni, una sua compagna di classe,  suo fratello che frequenta la 4a, un bambino del burkina  e un bambino del marrocco, bellissima squadra !

Doris Sani  ha scritto: complimenti a quella prof. nn se ne trovano tante così !!!!!!! beati quegli alunni ad averla !!!!!!!!!!
Adamo Broccoli  ha scritto: brava la prof ... che sia d'esempio quella sedia non si occupa solo con il sedere, ma si occupa con il cuore...buon natale prof..
Roberta Stockalper  ha scritto: Giovedi' pomeriggio organizziamo un Laboratorio di cucina "Mamma oggi cucino io...!" Sara' davvero entusiasmante e divertente...e dopo una bella pizzata+patatine+cocacola e un bel film ribelle the brave!  
Monica Viaggi E Baci  ha scritto: Stading ovation per la professoressa!
Ricordo che il professore di filosofia di mio fratello alle supperiori aveva creato una serata a settimana in cui i ragazzi andavano a casa sua a vedere un film e poi a discuterlo e farsi quattro sane risate: non avete idea di che splendido rapporto si fosse creato tra il gruppo che aderiva e il professore.

Federica MammaMogliedonna F  ha scritto: Grande prof!!! Io non mi tirerei indietro... a me piace avere gente per casa, certo alle mie regole..!
Cristina Liberati  ha scritto: Mia figlia é professoressa ed ha invitato tutta la sua classe a casa nostra x una pizza e un gelato e sono venuti proprio tutti,si sono divertiti tantissimo e io sono stata contenta di ospitali,ma è vero quanti lo fanno?
Stefania Cenci  ha scritto: Io festeggiai i miei 19 anni a casa del professore di chimica. Il mitico "Maurizio". Quando avevamo il rientro settimanale del pomeriggio, andavamo spesso a pranzo a casa sua. Ricordo che una sera, dopo alcuni anni dalla maturità, io e le mie compagne di classe andammo a cena in una pizzeria nei pressi di casa sua e dopo cena gli facemmo una sorpresona...tutte a prendere il caffè di mezzanotte a casa sua. Naturalmente lui dormiva ma ci fece entrare e con immensa felicità facemmo notte fonda insieme.
Silvia Carrer  ha scritto: Io sono una insegnante e per i miei alunni farei di tutto.Oggi ho dovuto lasciare i miei ragazzi perchè mi mandano in un'altra scuola. Che dolore. Ma non mi dimenticherò mai di loro e ci vedremo di pomeriggio e li aiuterò anche se sarò altrove.

Alessandro Alfonsini ha scritto: Io ho 45 anni e l'altra settimana sono andato a cena con i miei compagni delle elementari ospiti di una delle nostre maestre... Quello che e' strano e' che oggi notizie come questa risultino eccezionali. Le maestre hanno un grande ruolo nella nostra crescita, queste cose dovrebbero accadere "normalmente" e non solo perche' i genitori non si rendono disponibili, cosa che e' incredibile...

Lina Anzalone  ha scritto: La maestra del mio piccolo telefona ad ogni sua assenza se non avvisata ed ha comunicato il suo rendimento sempre per telefono perche'non ero riuscita a presentarmi al ricevimento....ma l'avevo vista il giorno prima.... E si!!!!

Isa Colella  ha scritto: Io sono tra quelle rare...ospito sempre i compagni dei miei figli ,preparo ciambelle e pop corn, pero mi fa piacere per mio figlio. mi gratifica sapere che loro mi amano.

EDUCARE CON AMORE  ha scritto: Il discorso non è cosa pensare di questa professoressa,ma di queste mamme che non hanno voglia di avere "fastidi"!!!
Anna Trilly  ha scritto: La mia professoressa di italiano delle superiori organizzava sempre pomeriggi a casa sua,castagnate,pizzate e perfino gare di dolci!stavamo spesso a casa sua e tuttora io vado spesso a trovarla,passo ore e ore in sua compagnia e parliamo di tutto!queste sono le vere insegnanti,quelle che ci mettono il cuore!e per citare il discorso dei regalini,io nn sn ancora mamma,ma la mia,di mamma,mi ha sempre fatto portare pensierini per i miei professori ed io ne ero sempre felicissima!

Doreida Speci  ha scritto: E' vero,non é facile aprire la propria casa, la propria intimità..eppure la semplicità e la bonta' del cuore son quelle che ti toccano e scolpiscono il cuore.

martedì 18 dicembre 2012

Le verifiche sul rendimento scolastico



Quando a scuola (elementare ) si esegue una verifica sul rendimento scolastico dei bambini, i bambini e i genitori vanno avvisati il giorno prima ?
Alcune mamme stamattina a scuola hanno sollevato questa discussione.
                 
                                                              I pareri degli insegnanti:






Anna Penne  ha scritto: Io sono una maestra e avviso solitamente quando la verifica é di fine quadrimestre.
Graziella Rando  ha scritto: come mamma credo che aiutino a crescere più le esperienze "negative" perchè vengono ricordate più a lungo di quelle positive che talora vengono rimosse. Come insegnante non rientra tra i nostri doveri avvisare di una verifica (che sarà mai di stratosferico una verifica alla primaria con tutti gli esercizi e i rinforzi che vengono dati)!! secondo me è una falsa protezione quella che stiamo dando loro evitandogli ogni possibile "fallimento" e "dolore" (uso le virgolette perchè non sono tali). e poi noi genitori non siamo eterni, abituiamoli all'autonomia. anche i "no" e gli errori aiutano a crescere...ma spesso è per NOI più facile dire si ed evitare che sbaglino...
Sonoio Iosono ha scritto::) le verifiche vanno fatte per capire cosa hanno appreso e se il metodo ha funzionato ......forse le mamme dovrebbero pensare all'essenza e non all'apparenza( il voto più alto )
Margherita Carbone  ha scritto: Ve c'hanno mai mannato a quer paese? Sapesse quanta gente che c'è stata! A voi ve danno la madaglia d'oro e noi ve ce mannamo tutti in coro....E va! E va!.... ma per favore!
Serena Campagnoli  ha scritto: Io di solito già dalle settimane precedenti avviso la classe di ripassare perchè a breve ci sarà la verifica...poi però il giorno preciso della verifica non sempre lo dico...quindi sta al bambino a responsabilizzarsi e di studiare di volta in volta...pare funzioni!
Giampaolo Rubado  ha scritto: Non necessariamente!
Cristina Costa  ha scritto: Non sono insegnante elementare ma credo che non esista alcun obbligo in questo senso, a meno che la cosa non sia espressamente dichiarata nel Piano di Offerta Formativa dell'istituto...credo tuttavia che sia interesse dell''insegnante e degli alunni dare e avere la possibilità di prepararsi.
Marina Iuele  ha scritto: No, e sul pof, che io sappia, non vengono specificate note di questo genere. Fa parte del diritto/dovere dell'insegnante programmare le attività come ritiene sia meglio (lezioni, interrogazioni, verifiche)
Nina Virzì  ha scritto:  io penso proprio di no! Ma io non credo molto nelle verifiche, nel senso che, in classe si verifica quotidianamente, attraverso le conversazioni, il lavoro che si svolge, ecc.
I bambini che studiano, quelli che seguono e quelli che si impegnano evidenziano sempre se hanno appreso o no.

Sergio Fenizia ha scritto:  Secondo me non è necessario avvisarli prima. In determinati casi l'insegnante può ritenere utile farlo in vista di uno scopo specifico.
Condivido anche ciò che scrive Nina Virzì "in classe si verifica quotidianamente, attraverso le conversazioni, il lavoro che si svolge, ecc.".

Concettina Petta ha scritto: Condivido. Inoltre le verifiche mettono in uno stato d'ansia i bambini che nn sempre risultano veritiere
Sergio Fenizia ha scritto: Effettivamente, per gli alunni un po' ansiosi forse è preferibile che non sappiano con eccessivo anticipo della prova, però è opportuno tenere presente che il carattere va educato e che, quindi, ogni alunno va aiutato a saper gestire le proprie emozioni, facendogli affontare le difficoltà e non eliminandole.
Maurizio Rodegheri ha scritto: Anch'io penso che in classe si verifichi quotidianamente il lavoro svolto, tuttavia è opportuno che gli alunni siano a conoscenza dei momenti in cui si svolgono le prove di verifica: si tratta di essere chiari anche nei loro confronti...
Sergio Fenizia ha scritto: Maurizio Rodegheri dice bene: "è opportuno che gli alunni siano a conoscenza dei momenti in cui si svolgono le prove di verifica". Aggiungerei che è bene che si abituino alle verifiche, come a qualche cosa di abituale, che serve innanzi tutto a loro stessi per conoscersi meglio.
Carmina Ielpo ha scritto: Condivido il pensiero di Sergio e Maurizio. I bambini sin dalla scuola elementare devono abituarsi alle verifiche. Non ritengo che si debba avvisare i genitori, è una metodologia di lavoro e come tale è una scelta del docente (teniamocela stretta!!!) Dobbiamo abituarli al valore della verifica oggettiva. Senza esprimere pareri personali, mi rifaccio a ciò che è la mia esperienza. Lo scorso anno i miei alunni di seconda hanno fatto le prove invalsi. Bene, alcuni di loro hanno reso meno perchè si sono fatti prendere dal panico. Li abbiamo fatti esercitare ma, quando hanno visto l'altra maestra che doveva somministrare i test, hanno avuto paura di non riuscire bene.
Grazia Scardaci ha scritto: La verifica oggettiva è giornaliera perché ti accorgi dai lavori corretti se l'argomento è stato compreso con chiarezza o con qualche incertezza. La verifica "istituzionale" è una prova programmata e di sintesi ... se hanno capito risolvono alla grande, se hanno incertezze durante la verifica oggettiva possono migliorare l'acquisizione dell'item. I genitori non devono interferire sulle prove "istituzionali" ma possono intervenire su quelle oggettive. Non c'è ansia se si studia e questo lo può benissimo fare il bambino in autonomia. Non è il caso d'avvertire prima!
Sergio Fenizia ha scritto: Ciò che dice Carmina evidenzia un ambito educativo da non trascurare. Non ci si può accontentare del fatto che gli alunni rispondano bene in condizioni favorevoli, o a domande che richiedano risposte meccaniche, ecc.
Da questo punto di vista la stessa "somministrazione" delle prove INVALSI può essere un'opportunità formativa: sono "somministrate" da un docente che non è quello "ordinario" e quasi sempre richiedono all'alunno un vero ragionamento.
Silvia Cremonesi  ha scritto: non credo ci sia una specifica normativa a proposito, va secondo il nostro buon senso. Io di solito avviso sempre qualche giorno prima i bambini, senza entrare nei dettagli riguardo i contenuti della verifica. In questo modo do la possibilità anche a chi è più in difficoltà di prepararsi adeguatamente. Poi magari non serve a molto, comunque. Le verfiche "a sorpresa" le faccio solo in casi estremi e motivo queste scelte dicendo che comunque si deve essere "educati" e abituati anche agli "imprevisti". In fondo si viene a scuola anche per questo.
Rosanna Martini  ha scritto: io quelle scritte le programmo sempre con qualche giorno di anticipo...
Paolo Aghemo  ha scritto: esiste ancora la libertà d'insegnamento, forse per poco...
Rosanna Martini  ha scritto: certo, ma è un aspetto organizzativo e di metodo personale, infatti.... per es. le interrogazioni non le programmo mai...



                                                               I pareri dei genitori:

Roberta Bozzetto  ha scritto: SECONDO ME NO, NON ANDREBBERO AVVISATI.ALTRIMENTI CHE VERIFICA SAREBBE????
Patrizia Luciano  ha scritto: e' meglio non avvisare nessuno ....si risparmia ansia inutile .....sopratutto per i bimbi....
Cristina Molinaroli  ha scritto: Quando mia figlia frequentava la scuola primaria le insegnanti non hanno mai avvisato ed io, sinceramente, all'epoca non mi sono mai posta la questione. Ritengo che sia giusto così. Consiglio caldamente ai genitori che hanno sollevato questo dilemma di vivere con serenità il presente nel rispetto soprattutto dei loro bambini che hanno bisogno di affrontare tutto senza troppe ansie o aspettative. Se la "verifica" andrà male varrà come esperienza negativa e di sicuro ne terranno conto. Facciamogli vivere anche le situazioni negative, sarà parte del loro bagaglio. Un saluto a tutti i bimbi!!!
Deborah Rizzo  ha scritto: no perché si sa che la verifica fa parte della giornata scolastica serve a sapere Alle insegnanti e agli alunni..
Claudia Manfredini  ha scritto: secondo me no
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