venerdì 27 dicembre 2013

La mensa scolastica



Marco non si è mai lamentato della mensa scolastica, ha sempre mangiato tutto e non ha mai avuto mal di pancia. Mangia in mensa da quando aveva tre anni e sta continuando a pranzare li anche adesso che frequenta la scuola primaria e fa il tempo prolungato. Anche a me, sinceramente, non interessa andare a leggere il menù del giorno, chiedere se ha mangiato tutto oppure no, forse perchè Marco in fatto di cibo si è sempre autoregolamentato, non mi ha mai dato problemi, neppure da piccolissimo, ha sempre mangiato di tutto dalla verdura ai legumi, per questo, probabilmente, non mi sono mai posta il problema della mensa, nonostante adesso a scuola, volendo a turno, un genitore può pranzare con i bambini per rendersi conto dell'organizzazione e del cibo. Ma so benissimo che non tutti i genitori la pensano come me, per questo, su internet, ho trovato questo articolo della rivista "Uppa Un pediatra per amico" e ho voluto condividerlo con tutti, nella speranza che possa essere di aiuto a molti.

Pensa che mensa

È una giornata come tante, sono le quattro del pomeriggio e mi trovo ad aspettare le mie figlie all`uscita di scuola. Si avvicina un`altra mamma che mi chiede di parlare dei problemi della mensa scolastica. Sono anni che le mie figlie ne usufruiscono e anni che sento genitori (me compresa) lamentarsene, scrivere petizioni, vociare sulla stampa locale. Tutti parlano di quello che non va, ma cos’è che non va? Il punto cruciale della “questione mensa” è che fra i genitori le esigenze (e le conseguenti lamentele) sono le più disparate. Per molti la mensa è un servizio di ristorazione e, come tale, deve soddisfare a pieno il piccolo utente; il bimbo deve quindi mangiare tutto e tutto gli deve piacere; ma i gusti sono gusti e le abitudini alimentari molto diverse tra di loro. Accontentare tutti sarebbe impossibile.
Io stessa ho sentito un papà dire che Pietro non mangerà mai pasta e ceci a scuola se non li mangia a casa. Allora mi chiedo se la scuola debba avere anche il compito di dare un’educazione alimentare oppure no, se deve insegnare a seguire una dieta varia ed equilibrata, oppure no? E se Pietro non finisce il piatto? O rifiuta un pasto? Un`altra lamentela dei genitori: “Capisco l`educazione alimentare, ma mio figlio non può stare otto ore a digiuno; non potrebbe avere almeno un po’ di pasta in bianco al posto dei ceci?”. ( continua a leggere )













venerdì 20 dicembre 2013

Per le feste Sorridi. La campagna di Natale di Operation Smile



Guardate i bambini nella foto di apertura di questo post, poveri bimbi, sono nati con una malformazione al volto. Per poter sorridere e cambiare la loro vita, hanno bisogno di un'operazione chirurgica di quarantacinque minuti. Siamo a Natale, quando guarderemo i nostri figli felici e sorridenti aprire i loro pacchi regalo, pensiamo a questi bambini e contribuiamo a farli sorridere.


E' partita la campagna di raccolta fondi di Operation Smile Italia Onlus, ecco il loro comunicato stampa

giovedì 19 dicembre 2013

Natale: Albero di Natale con i tappi !



Un' altra nostra passione è quella di raccogliere i tappi di plastica delle bottiglie. Avevamo messo da parte tanti tappi di plastica bianchi, ideali per creare un albero di Natale con l'effetto neve.
Armato di colla a caldo, Marco, con una tecnica tutta sua, incolla i tappi tra di loro, formando un albero:






Per decorare il nostro albero di Natale effetto neve, abbiamo deciso di riutilizzare le palline di carta pesta colorare, precedentemente preparate e Marco per vedere subito l'effetto, prima di finire di formare l'albero, ha già incollato le palline:

lunedì 16 dicembre 2013

Natale: centro tavola



Portiamo in tavola la natura, questa frase, ha reso possibile la nostra creazione davvero tutta naturale.
Dopo aver raccolto delle pigne dal boschetto, volevamo, unendole, formare una stella. Così, abbiamo messo la colla a caldo sulle punte delle pigne e spingendo insieme, abbiamo atteso che si incollassero per bene:


Sempre usando la colla a caldo, abbiamo iniziato a decorare la nostra stella. Prima abbiamo incollato del nastro dorato sull'estremità delle pigne e poi, frugando nel nostro "scatolone fabbricone", ho trovato delle fette di pompelmo e delle bucce di arancia precedentemente fatte essiccare. Oltre a dare colore, abbiamo, in questo modo, anche profumato la nostra decorazione natalizia. In un primo momento volevo appenderla come dietro porta, quindi ho incollato un po' di spago, ma poi ho preferito utilizzarla per abbellire la mia tavola natalizia.








giovedì 12 dicembre 2013

Natale: angioletti dalle pigne !



Con Marco, vista l'abbondanza di pigne per casa, abbiamo deciso di trasformarle in angioletti da appendere all'albero di Natale.
Abbiamo scelto due tipi differenti di pigne e armati di colla a caldo, ci siamo divertiti a crearli e a decorarli:



Per fare la testa degli angioletti, su di una pigna abbiamo utilizzato la pignetta di un cipresso, mentre sull'altra pigna abbiamo utilizzato la pasta. Io ho disegnato su del cartoncino azzurro le ali e Marco le ha ritagliate, dopo le abbiamo incollato sempre con la colla a caldo. Infine abbiamo incollato il vestito all'angioletto.
Davvero simpatici e carini i nostri angioletti e, appesi all'albero di Natale, danno un tocco di originalità.
Eccoli qui:











martedì 10 dicembre 2013

Stelle di Natale



Vi voglio mostrare l'opera di due giovanissimi creativi, i miei nipoti Andrea e Noemi.
Guardate cosa sono stati capaci di realizzare i due fratellini !
La creatività, la manipolazione, la fantasia, abbattono tutti i tipi di barriere. Andrea è un "bambino speciale", dolcissimo con due occhi grandi, molto spiritoso e con tanta forza d'animo, voglia di vivere e grinta, non sempre viene però capito, non sempre viene rispettato nella sua quotidianità e l'amarezza e che sono proprio le principali istituzioni, tra cui la scuola, che dovrebbero supportarlo e eliminare le barriere, che a volte lo considerano fastidioso, insopportabile.
Mettete i bambini insieme, fate sprigionare la loro fantasia e non ci saranno più diversità tra loro, guardate queste foto, notate qualche differenza tra Andrea e sua sorella Noemi ?
Sono li che si divertono e lavorano felici e che belle stelle di Natale da appendere all'albero hanno realizzato:



















lunedì 9 dicembre 2013

Essere la sorella di un "bambino speciale"



Dedico questo post a mia nipote Noemi, sorella di Andrea, "un bambino speciale".
Se Andrea è speciale, Noemi è super speciale, ha capito perfettamente l'amore che il fratello prova per lei, nonostante i suoi modi a volte burberi, ma sono così belli quando sono insieme, Andrea, per merito di Noemi, supera tutte le barriere, le difficoltà, la naturalezza e spontaneità di una bambina riesce li dove gli adulti non arrivano. Noemi è una donnina, forse è cresciuta troppo in fretta, ma non ha fatto mai pesare a nessuno neppure a lei stessa, l'essere la sorella di un bambino speciale.
In rete ho trovato questo articolo di Mammamedico, molto interessante e utile, ma ci tengo a dire che mia nipote Noemi non è mai stata gelosa delle attenzioni rivolte più verso il fratello che a lei, non ha mai mostrato la voglia di primeggiare in tutto per colmare le lacune del fratello e il merito di questo va ai suoi genitori, che sono stati bravissimi a parlare con lei e a trasmetterle solo amore nei confronti del fratello, come è giusto che sia:

Il fratello di un disabile

Alla scuola materna di Supernano c’erano 3 fratellini gemellini, di cui due disabili. Quando se ne parlava tutti volgevano il pensiero ai genitori. Un giorno, l’ennesima volta in cui si parlava della “sfiga” di quella mamma io esplosi “e al fratellino sano nessuno pensa?”. Mi guardarono come se fossi una pazza. Spiegai della responsabilità di cui potrebbe essere caricato, di un eventuale senso di colpa per essere l’unico sano fra i suoi fratelli, di un’eventuale gelosia verso i fratellini bisognosi di cure. Insomma apparenti banalità a cui nessuno pensava. ( continua a leggere )







venerdì 6 dicembre 2013

Libro: Storia di una matita


Oggi nella rubrica "Libri" ospitiamo un giovane autore Michele D'Ignazio e il suo libro "Storia di una matita".
Ecco una breve presentazione dell'autore:

MICHELE D’IGNAZIO
Nato a Cosenza nel 1984, è coautore del “Dizionario per un lavoro da matti” (Ancora del Mediterraneo, 2010). Un suo racconto, “Sdjsak”, è apparso nella raccolta Aspiranti scrittori (Terre di mezzo editore, 2010), mentre “Scioperare al rovescio” è stato pubblicato su Granta Italia nel 2011.
Nel 2012 esce “Storia di una matita” per Rizzoli.
È autore di documentari (La nostra terra. Praticamente, Soli e insieme, Futuro Arcaico).
D’estate gestisce una piccola locanda nel centro storico di San Nicola Arcella, sull’alto Tirreno calabrese.
Il suo sito è: www.micheledignazio.com

Gentilmente l'autore, ci mette a disposizione la trama del suo libro "Storia di una matita":

"Lapo si è appena trasferito in una grande città per realizzare il suo sogno: diventare illustratore. Ci spera talmente tanto che a un certo punto, a partire dalle sue dita, il suo corpo si trasforma in una gigantesca matita. È uno sconvolgimento nella sua vita quotidiana: anziché pettinarsi deve temperarsi, lascia segni ovunque e si fa sgridare dal custode del condominio che è stufo di ripulire i suoi scarabocchi. La sua testa è diventata una gigantesca punta di grafite. Per uscir di casa, ha bisogno di un viso con degli occhi, delle orecchie, una bocca… una faccia per ogni circostanza, per ogni emozione: ne disegna più di un centinaio, ma ben presto si rende conto che non bastano.
Ma superato lo shock iniziale, il ragazzo-matita non si perde d’animo: si inventa un modo per comunicare con gli altri, trova un lavoro e si lancia alla scoperta di un mondo che ha un gran bisogno di essere ridisegnato."

L'autore, mi aveva chiesto di scrivere per lui una presentazione per tutti voi che leggete questo blog, ma io ho preferito riportarvi le sue parole, perchè possiate entusiasmarvi, così come ho fatto io, al suo libro che ho trovato davvero originale e stimolante per la fantasia di ogni bambino. La bellezza dei libri è costituita dal poter sognare, reinventare, quasi riscrivere, magari anche totalmente, una storia, diamo sempre ai nostri figli questa possibilità, poi con una storia come questa, sembra davvero facile.
Ecco le sue parole:

"E girando intorno alla “Storia di una Matita”, mi piace far giocare i bambini con l’arte e le parole, con semplicità renderli partecipi. Coinvolgerli nella lettura. Ad esempio, la prima parte del libro, quella in cui il protagonista si trasforma in Matita, chiedendo ai bambini di tirare fuori i tanti rumori che ci sono (il cagnolino Stella, il telefono che squilla etc etc), così che le letture vengono condite da tanti “bau bau”, “woof woof” e “drin drin”.
Stuzzico la loro fantasia, leggendo la parte delle facce (pag.28): “…Aveva bisogno di più facce: una per quando è felice, una per quando è triste, una per quando si annoia, una per quando piange, una per quando si diverte, una per quando si innamora. E anche una bella faccia tosta, che non si sa mai e, a volte, ce n’è proprio bisogno. Insomma, innumerevoli facce. Ne disegnò più di un centinaio, ma aveva l’impressione che non sarebbero bastate.”
Giochiamo con i sogni e i desideri: “Lapo sognava di fare il disegnatore e si è trasformato in una matita, io invece mi trasformerei in…” e dare voce a ogni bambino!
Chiedo loro di essere propositivi, lasciando che disegnino ciò che vorrebbero trovare in una piazza. Dopo aver letto la parte del libro (p.46) in cui Lapo, senza accorgersene, inizia a riempire la città di disegni bellissimi
È una storia che lascia molte porte aperte all’immaginazione, così che chiedo loro di inventare una loro versione della storia, un loro finale alternativo.
Sono più di cento gli incontri fatti nelle scuole e nelle librerie."

Qui potete trovare foto e informazioni sul libro.









mercoledì 4 dicembre 2013

Natale: decorazione per l'albero


Incominciamo a pensare a come addobbare l'albero di Natale, qualcosa di semplice e di divertente che a Marco piaccia fare. Mi sono ricordata che lui adora preparare e lavorare con la carta pesta e allora si mette subito all'opera, ritaglia strisce di giornale e le mette in acqua e colla, ci resteranno per un giorno intero:


Il giorno dopo, appena svegliatosi, eccolo di nuovo al lavoro, prepara delle palline strizzando la carta:


Dopo averle fatte asciugare per bene, c'è voluto un giorno, le ha pittate di rosso, blu e giallo:


Per colorarle, ha iniziato usando il pennello, poi si è seccato ed ha elaborato una tecnica tutta sua, con il pennello si è messo il colore sulla mano e poi ci ha strofinato su la pallina, metodo molto più veloce e divertente:


Ecco le palline pronte per l'uso:


Arrotolando del giornale, abbiamo creato la base della nostra piccola ghirlanda:


Con la colla a caldo, Marco ha iniziato a incollare le palline colorate sulla ghirlanda di carta:


La ghirlanda colorata è pronta, in attesa di mettere l'albero di Natale, l'abbiamo appesa al calorifero:















lunedì 2 dicembre 2013

Arriva l'influenza !



Eccoci con un nuovo articolo della rivista Uppa Un pediatra per amico che voglio condividere con voi perchè molto attuale con la stagione che stiamo vivendo, a volte ci dimentichiamo che con un minimo di prevenzione possiamo evitare disagi e sofferenze.

Influenza: cominciamo col lavarci le mani


Come ogni anno sta per arrivare l’influenza e vengono pubblicate le raccomandazioni ufficiali del Ministero della Salute per prevenire e controllare la malattia.
I bambini sono colpiti dall’influenza più frequentemente degli adulti, anche perché sono concentrati in ambienti chiusi e molto affollati (le scuole e gli asili). Il virus si trasmette per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Le principali misure non farmacologiche raccomandate sono perciò:
. Lavaggio delle mani (in assenza di acqua, uso di gel alcolici).
. Buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce).
. Isolamento a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili.
. Uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale, ma solo in ambienti sanitari.
E la vaccinazione?
Il nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2012-2014 prevede la vaccinazione antinfluenzale negli ultra65enni e nei gruppi a rischio.
Ci sono gruppi a rischio fra i bambini?
Sì, si tratta di bambini affetti da malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, malattie dell’apparato cardio-circolatorio (cardiopatie congenite e acquisite), diabete mellito e altre malattie metaboliche, insufficienza renale cronica, malattie del sangue, tumori, malattie congenite o acquisite che comportino carenza di anticorpi, malattie infiammatorie croniche e malassorbimento intestinale, importanti interventi chirurgici in programma, malattie croniche del fegato.
La vaccinazione si può fare in un periodo compreso fra la metà di ottobre e la fine dicembre.
La vaccinazione dei bambini sani di età compresa fra 6 e 24 mesi è attualmente oggetto di discussione da parte della comunità scientifica: non ci sono infatti studi clinici che ne documentino l’efficacia. Ecco perché anche quest’anno non verrà effettuata.
La protezione indotta dal vaccino comincia due settimane dopo l’inoculazione e perdura per un periodo di sei-otto mesi, poi tende a declinare. 

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