venerdì 1 febbraio 2013

I nuovi volti del bullismo: cosa fare per aiutare i nostri figli?



Il quinto articolo di Agnese Festo psicologa in formazione, tratta un argomento molto attuale che ci fa riflettere.


I nuovi volti del bullismo: cosa fare per aiutare i nostri figli?


Cosa si intende per bullismo? E quali sono i nuovi volti di questo fenomeno sempre più diffuso nella nostra società? Come prevenire e intervenire in queste situazioni? Come aiutare i bambini vittime di bullismo? E come aiutare i bambini che assistono inermi alle sopraffazioni dei bulli sui compagni?

Il termine bullismo deriva dall’inglese bullying con cui si intende oppressione, prepotenza. Il fenomeno nasce nelle scuole, fra i pari e si esprime in azioni violente e ripetute verso i compagni più deboli. Oggi giorno però sembrano essere più diffusi, in particolare fra le femmine, quelle forme di bullismo psicologico che si manifestano con scherni, prese in giro, insulti, e quello che dagli esperti viene definito cyber bullismo nel quale l’aggressore agisce al buio attraverso mail, sms e social network.
Questa forma di bullismo è particolarmente preoccupante in quanto la comunicazione elettronica consente l’anonimato e può coagulare un’ampia platea di coetanei, rafforzando il potere coercitivo delle dinamiche di gruppo che alimentano i comportamenti violenti anche al di fuori dell’ambiente scolastico.
Il bullismo sembra troppe volte un problema distante dal proprio contesto ma in realtà i numeri dimostrano che le manifestazioni aggressive sono sempre più diffuse nelle scuole, anche fra i più piccoli.
Come riconoscere e discernere atti di bullismo dai comuni litigi fra compagni?
Caratteristica fondamentale è che il bullo, che non agisce mai da solo, tende a prevaricare soggetti deboli e insicuri che non si ribellano e subiscono inermi le cattiverie dei compagni. È fondamentale che gli insegnanti e i genitori ripongano una particolare attenzione nei segnali che le piccole vittime lanciano: spesso i bambini soggetti ad atti di bullismo tendono a manifestare chiari sintomi depressivi e somatici (emicranie, mal di pancia, ...) oltre a dichiarare un esplicito rifiuto della scuola che sembra talvolta ingiustificato.

E’ quindi fondamentale che i genitori siano osservatori attenti e comunicatori efficaci. Solo se il piccolo si sente capito ed accolto in famiglia avrà la possibilità di denunciare le sopraffazioni subite. Dall’altro lato gli insegnanti possono contrastare il problema del bullismo favorendo un clima di bontà, aiuto reciproco e generosità all’interno della classe e del contesto scolastico.
Quindi la comunicazione è il fulcro dell’intervento e della prevenzione. Solo un bambino socievole e con una buona rete relazionale potrà difendersi dal bullo e trovare il coraggio di denunciare l’aggressività dei compagni o difendere i pari.




Agnese Festo - Psicologa in formazione
Per un primo colloquio gratuito, contattata il SIPO su:

10 commenti:

  1. Sicuramente per noi genitori è un argomento importantissimo. Grazie

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  2. Anch'io lo ritengo un tema delicato e da non trascurare assolutamente. E' fondamentale che ci sia sempre un dialogo sereno e aperto in famiglia e che bambini e ragazzi sappiano di potersi fidare degli adulti di riferimento, a casa così come fuori.
    Grazie per la riflessione e buona serata

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  3. Molto interessante questo articolo, anche perché, sembrerà strano, ma più che altro triste, episodi del genere si vedono anche nei nidi, tra i bambini più grandi, ed affrontarli in questa fascia d'età non è semplice. Occorre una grossa collaborazione tra scuola e famiglia per arginarli ed a volte. Insegnare ai più deboli, a non soccombere.
    Piacere di conoscerti sono Mamma Piky, sbircio un po' nel tuo blog e mi aggiungo alla tua comitiva. Posso? :-))))

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  4. Leggo con piacere i vostri commenti e come tante mamme abbiano a cuore questo delicato tema.
    E' molto importante per i genitori sostenere la collaborazione e la comunicazione scuola-famiglia.
    Mamma Piky, grazie di aver introdotto l'argomento nido. E' vero, è una fascia d'età molto critica e in alcune situazioni risulta difficile trovare la giusta modalità d'intervento. E' fondamentale a tal proposito la formazione specifica per gli educatori e gli insegnanti, anche perchè è a questa età che si hanno grosse possibilità di cambiamento e di prevenzione.

    Grazie a tutte per i vostri interventi.

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  5. A scuola di mio figlio stanno lavorando in classe proprio su questo tema, come avevo detto tempo fa e stanno leggendo e commentando insieme questo libro: "Lo smontabulli" di Diego Mecenero. A fine percorso è previsto anche un incontro con l'autore. Mi sembra davvero un'ottima iniziativa!
    http://issuu.com/elipublishing/docs/smontabulli_web

    E comunque come ben detto nel post, è fondamentale la comunicazione sia a casa che a scuola ed al minimo segnale è fondamentale parlarne con le maestre.

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  6. In Italia c'è sempre la solita canzone della rieducazione e infatti ognuno fa il comodo proprio tanto sa che non gli accadrà nulla. Forse dobbiamo pensare anche alla punizione, fosse solo perché ci sono persone che vengono offese dagli atti commessi dai delinquenti e anche dai bulli. Una volta eravamo un popolo di poeti, santi e navigatori, oggi siamo diventati imbecilli, miseri e stupidi. Votiamo sempre le stesse persone, ci lamentiamo che stanno al potere e litighiamo anche tra noi per difenderle. Ma lo capite o no che le leggi le fanno loro e che se non cambiamo questa gente le leggi saranno sempre e solo a loro favore e a favore dei disonesti.

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  7. Rita, è un'iniziativa fondamentale! Grazie di averla condivisa.
    Mamme, osate fare questo genere di proposte anche nelle vostre scuole! La sensibilizzazione su questo tema parte anche da voi. L'obiettivo è che questo genere di iniziative non sia una singola voce nel panorama scolastico, ma una proposta frequente per i ragazzi di tutte le età!

    Zooey, certo il nostro paese è pieno di disonesti, su questo non posso darti torto. Ma è necessario che gli insegnanti, gli psicologi, gli educatori e tutti i genitori investano non tanto sulla punizione, ma su una prevenzione efficace e su un supporto che permetta a tutti gli onesti di reagire senza rimanere fermi a guardare.

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  8. Mia figlia è al primo anno di scuola materna, da 1 mese a questo parte non vuole piu' entrare nella sua classe e frequentare la sua classe per un bambino piu' grande che sembra darle fastidio.
    Ho fatto presente questo alla maestra della sua classe, ma la maestra ha minimizzato la questione e ha solo detto di dire a mia figlia di non guardarlo.
    Pero per mia figlia il DISAGIO e' grande e lo manifesta sempre più.
    Come posso aiutarla?

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    Risposte
    1. Carissima, capisco le tue perplessità e ti ringrazio per averle condivise con noi. Immagino che la situazione non sia facile, e le tue preoccupazioni in quanto mamma sono più che lecite.
      Ti inviterei prima di tutto ad approfondire con la tua bambina le motivazioni del suo disagio, e a chiedere maggiori informazioni alla maestra sulle dinamiche che porterebbero a questa situazione.
      Se il disagio persiste ti consiglio di consultare uno specialista, a volte è utile anche solo uno scambio telefonico per capire in che modo attivarsi e come poter aiutare i nostri figli.
      Prova a dare un'occhiata al sito del SIPO ( www.psicologi-online.it)

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