venerdì 7 marzo 2014

Bambini dislessici e la scuola



Con Marco un giorno abbiamo visto insieme il film "Stelle sulla terra", non so quanto ci abbia capito della dislessia, però ogni tanto mi diceva: "mamma, ma io non scrivo più i numeri a specchio e, quando leggo, non confondo più la "d" con la "b" e so fare i calcoli". Dal punto di vista emotivo, invece, è stato colpito dal fatto che il povero Ishaan fosse punito in continuazione, sia dai suoi genitori e sia dai suoi maestri e nessuno capiva la sua vera difficoltà, era scambiato per un bambino,svogliato, poco intelligente e lo stesso padre alla fine, per insegnargli la disciplina, lo manda in un collegio che in realtà sarà la sua salvezza, perchè qui conoscerà un maestro che, conoscendo la dislessia, avendola vissuta in prima persona, lo capirà e lo aiuterà.
In breve tempo Ishaan impara, così  a leggere e scrivere, a fare i calcoli e si rimette in pari con i suoi compagni di scuola.Purtroppo spesso i bambini dislessici non vengono compresi, sono derisi, puniti, la scuola spesso non ha i mezzi per fornire strumenti digitali che faciliterebbero l'apprendimento di questi bambini e anche la famiglia stessa, a volte, per mancata informazione sulla dislessia, non offre al bambino il sostegno necessario, contribuendo al suo isolamento e alla sua depressione. Brutte e tristi storie che, grazie anche alla conoscenza della dislessia, non sono più così rare e proprio l'essere portato a conoscenza, della famiglia, della scuola, che determina le basi per l'aiuto scolastico per questi bambini.
In rete ho trovato questo articolo di Raffaella Ceci, pubblicato sul portale Barinedita.it, che tralaltro fa riferimento ad associazioni presenti nella mia città e nella mia regione:

I bambini dislessici: «Molti insegnanti non accettano il problema»

BARI – Hanno caratteristiche fisiche e mentali nella norma, ma non sono autosufficienti nell’apprendimento, perché non riescono bene a leggere, scrivere e fare calcoli. Parliamo delle persone che hanno disturbi specifici dell’apprendimento (dsa). I più diffusi sono la dislessia (difficoltà nel leggere correttamente e fluentemente), la disortografia (impossibilità nello scrivere senza compiere errori grammaticali), la disgrafia (difficoltà di riprodurre in forma scritta lettere o parole) e la discalculia (disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche).

Dal 1997 si è diffusa in Italia l’Aid (Associazione italiana dislessia), un’organizzazione di volontari nata a Bologna e attiva a Bari dal 2000. Si tratta di genitori di bambini dislessici, dislessici adulti, insegnanti, psicologi, logopedisti e pediatri, che cooperano tra loro e con le Istituzioni per riconoscere subito questi disturbi, soprattutto nei bambini, cercando strumenti adeguati per superarli. Anche se la scuola italiana fatica ancora ad adattarsi alle esigenze di chi incontra questo tipo di problemi. Abbiamo intervistato Mara Lentini Graziano, insegnante di scuola dell’infanzia e presidente dell’Aid nelle province Bari e Bat.

Quanti sono i bambini con dsa?

Questi disturbi colpiscono il 4-5 per cento della popolazione scolastica. Quindi in ogni classe di 20-25 alunni ci sono 1-2 studenti con disturbi specifici dell’apprendimento. (continua a leggere )












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