lunedì 19 maggio 2014

Compiti scolastici e i genitori !



Che rapporto avete con i compiti assegnati per casa ai vostri figli ?
Quest'anno,seconda elementare, è diventato quasi piacevole studiare a casa insieme, non si fanno più storie per iniziare a studiare, anzi Marco mi mette fretta che vuole iniziare a studiare, lo scorso fine settimana, con mio stupore, aveva chiesto il permesso alla maestra e in classe aveva iniziato ad anticiparsi i compiti per casa. Infatti, Marco è maturato quest'anno, si è responsabilizzato ed in quest'ultimo periodo è diventato perfino più veloce nello svolgere i compiti.
Ormai non faccio più fatica, come l'anno scorso, a ripetergli di fare i compiti, anche lui è entrato nell'idea che è meglio fare subito i compiti per poi avere tutto il fine settimana libero ( Marco a scuola fa il tempo pieno ed ha i compiti per casa, di norma, solo il venerdì ). E' diventato un momento piacevole, perchè, a volte, mi capita di raccontargli come ero io da piccola, le difficoltà che incontravo su quello stesso argomento che magari lui aveva già assimilato e viceversa, torno bambina e rivedo i miei quaderni con i segni rossi della maestra e i voti. A lui poi piace farmi vedere ciò che ha imparato a scuola, in questo periodo è un continuo ripasso delle tabelline, mentre leggiamo: "mamme vuoi sentire la tabellina del 6 e quella del 9 ?". Non importa se da una disciplina saltiamo all'altra, ma penso sia importante dargli la soddisfazione di raccontarmi e di farsi vedere preparato. Non so se sono riuscita completamente a fargli capire che i compiti a casa servono per esercitarsi e per ricordare ciò che hanno studiato in classe, spesso, a supporto di questo pensiero, gli dico: " ti ricordi, quando all'inizio dell'anno per te sembrava difficilissimo imparare la tabellina del 2 ? Dopo a casa ti sei esercitato e adesso conosci bene tutte le tabelline." I compiti a casa vanno svolti con serenità, senza fretta, altrimenti, secondo me, invece di aiutare il bambino a colmare le sue lacune, ad esercitarsi, provocano l'effetto contrario e diventano del tutto inutili, le lacune non si sono colmate e il bambino andrà a scuola impreparato.
In rete ho trovato questo articolo molto interessante che indica gli errori che noi genitori facciamo più di frequente durante lo svolgimento dei compiti a casa dei nostri figli:

Compiti scolastici: problema dei bambini o dei genitori?

Quello dei compiti è un argomento quotidiano per molti genitori, spesso faticoso e talvolta oggetto di vere e proprie “lotte di potere”. Come fare, di fronte a queste difficoltà, per rendere i compiti a casa un’occasione costruttiva e non solo esecutiva e fonte di malumori da ambo le parti?

Apprendimento: non solo la testa, ma anche la pancia…

Alcune scuole di pensiero nel campo delle teorie sull’intelligenza (quelle riconducibili ad una visione incrementale, di cui un’autrice di punta è Dweck Carol per chi volesse approfondire), pur con la dovuta attenzione al livello cognitivo generale degli studenti e ad eventuali defaillances rispetto ad abilità specifiche, pongono in luce l’influenza dell’atteggiamento verso lo studio sui risultati effettivi.

La curiosità verso l’apprendimento, l’interesse per la novità, la motivazione e l’impegno o, al contrario, la paura del fallimento, l’incertezza rispetto alle proprie potenzialità e una bassa tolleranza alla frustrazione possono influenzare in modo molto concreto la prestazione, a scuola ma anche nei compiti a casa. Ciò che spesso porta a trasformare lo svolgimento dei compiti in situazioni di acuto conflitto è proprio legato ai fattori emotivi che intervengono sull’apprendimento e che, a volte, per la fretta o per il peso attribuito alla prestazione, non vengono ascoltati ed emergono in maniera dirompente e disfunzionale.

Qualche uffa (di grandi e piccini) e qualche antidoto alle paure (continua a leggere )


























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