martedì 25 settembre 2012

"Io sono il figlio della maestra"

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Ho riportato fedelmente questo articolo pubblicato sulla "La vita scolastica" n. 1, perche' lo ritengo interessante e volevo leggerlo e commentarlo insieme a voi.


                                                                             Commenti:


Erika Ladiva  ha scritto: sono completamente d'accordo con l'articolo.Quando ho inserito mia figlia alla scuola materna,all'ultimo momento son stata chiamata per insegnare la sezione comunale nella stessa struttura e siccome mi valeva come punteggio ed era un incarico annuale,ho accettato tutta felice..però....Mi son trovata in difficoltà a gestire la cosa( e sono adulta,figuriamoci lei che aveva solo 3 anni).le sue maestre erano anche le mie colleghe e ci ho messo un sacco di tempo per trovare il giusto equilibrio per gestire la situazione.anche se non eravamo nella stessa classe,ci trovavamo a condividere certi momenti della giornata quali le uscite in giardino, la mensa ed eventualmente il momento degli spostamenti nei corridoi.nonostante avessi preso con le insegnanti precisi accordi per evitare il più possibile di incontrarla,in diverse occasioni (specialmente ad inizio anno,quando durante l'inserimento si usciva in giardino con tutte le classi per approfittare del bel tempo)è entrata in gioco la mia emotività e non sapevo più come fare per gestire la situazione.volevo che i miei bimbi si inserissero perfettamente ma allo stesso tempo mi faceva male consolarli davanti a lei che si stava inserendo a sua volta. e mi faceva anche molto male vedere le sue maestre che davanti a me facevano interventi educativi,è stata durissima rimanere a guardare senza poter intervenire,è stato doloroso provare delle emozioni che per forza di cose ho dovuto controllare..sapevo che c'erano mille motivi per cui dovevo ignorare tutto,prima di tutto per non screditare la figura delle sue insegnanti come autorità,per darle l'opportunità di crescere,per non incrinare i rapporti tra colleghe,ma è stata un'esperienza molto difficile..poi dopo Natale,non so se per via del trasloco di tutta la scuola in una struttura nuova o grazie al tempo che ho passato insieme a lei durante le vacanze(anticipate per via della varicella ai primi di dicembre)è finito tutto.lei ha smesso di "farmela pagare"fuori dal contesto scolastico,io la vedevo più serena ed ero più tranquilla e più sicura di me.....ma non ripeterei mai una cosa simile...



6 commenti:

  1. Io ho portato mia figlia con me quando lavoravo in ludoteca...Behh! inj ludoteca si gioca ma le regole valgono lo stesso...E' stata durissima...e a volte ho pensato di rinunciare...ma che fare pagare un'altra ludoteca dove portarla???Alla fine ce l'abbiamo fatta,all'inizio lei ha pianto poi è andata bene. Ma ancora oggi si ricorda di quel periodo e della sua gelosia quando io giocavo con gli altri bambini o quando la sgridavo come se fosse una bambina come le altre e nn mia figlia!

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  2. Si, e non è stata positiva, come compagna di classe del nipotino (la maestra era la nonna)!
    Nel mio caso maestra era troppo permissiva e lasciava il nipote scorrazzare liberamente tra i banchi, non aveva la preoccupazione del voto perché faceva i compiti in casa della nonna, ma il peggio è accaduto piú tardi, con l'adolescenza, quando il nipotino della maestra è divenuto nipote del preside della scuola media, e quindi cocco degli insegnanti.
    Risultato? Al liceo, quando finalmente si é confrontato con il mondo reale è stato bocciato!
    mi è dispiaciuto perché era bravo, ma questo mancato discernimento di ruoli, forse, lo ha disorientato

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    1. Grazie Francesca per averci raccontato la tua esperienza

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  3. mi trovo nella stessa condizione della collega...non è facile gestire le proprie emozioni, fai finta di nulla...ma dentro....

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  4. La bambina a volte mi rendo conto che non è serena...e mi fa pesare la situazione...

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