lunedì 27 gennaio 2014

"Cattivi maestri"




Nella rubrica "Libri", ospitiamo,oggi, un insegnante Massimiliano Morescalchi.
Il degrado della scuola, ha fatto scattare in lui una molla che l'ha indotto a scrivere questo libro, una forma di ribellione, penso, condivisa da molti altri insegnanti. Il suo libro è una autentica descrizione dell'entità scuola, così come l'autore la definisce, con i suoi limiti e i suoi valori, narrata proprio da un "addetto ai lavori" che esprime il suo parere sulle sofferenze degli alunni che vive quotidianamente nelle sue classi.

Ecco una presentazione dell'autore e del suo libro:

"Mi chiamo Massimiliano Morescalchi, sono (purtroppo…) arrivato al compimento dei 40 anni (ragion per cui i miei alunni hanno cominciato a dire che sono un vecchietto) e insegno nella scuola elementare Antonio Benci di Livorno. E’ una delle scuole storiche della mia città, ha più di 120 anni, ed è forse quella che rappresenta il cuore di Livorno, essendo ubicata in pieno centro, di fronte al mercato centrale coperto, altro vanto della città. Sono profondamente innamorato del mio lavoro, e proprio per questo disgustato
da tutto ciò che sta uccidendo la scuola italiana, più o meno volontariamente.
Credo però che i molti attacchi che la scuola ha subito stiano rappresentando per molti insegnanti una giustificazione per non svolgere il proprio lavoro in maniera adeguata. Ho un concetto molto elevato di ciò che dovrebbe essere (non fare) un insegnante. Non credo che insegnare sia una “missione”, come qualcuno afferma. Credo che insegnare sia una lavoro che deve essere svolto con passione e professionalità, anche se le condizioni in cui stiamo lavorando sono estremamente disagiate.
L’idea del libro nasce da un profondo disagio che negli ultimi anni sto provando non soltanto nel vedere lo Stato italiano massacrare l’istituzione scolastica, ma anche nell’osservare quotidianamente molti insegnanti che hanno smesso (ma qualcuno non l’ha mai fatto) di credere nel proprio lavoro. Si è sviluppata nel corso del tempo nel sentire da innumerevoli fonti, interne ed esterne, parlare della scuola come fosse un’entità indipendente, vivente, responsabile dei mali della società moderna: “La scuola non educa più”, “La scuola non insegna le regole”, “La scuola non si assume più le proprie responsabilità”, come se non fossero gli insegnanti a “fare” la scuola. E’ molto più comodo parlare della scuola come di un’”entità”. Allora io l’ho fatta diventare tale.
Nel libro “Cattivi maestri” la scuola prende vita, diviene realmente quell’entità pensante di cui tutti parlano, si nutre del dolore di tutti quei bambini in difficoltà che soffrono e lanciano a gran voce gridi d’aiuto che vengono ignorati da quelle persone che dovrebbero garantire loro protezione, sostegno e sicurezza, ovvero i loro insegnanti. La Scuola disprezza i “cattivi maestri” e medita come porre fine al dolore di quei bambini e di conseguenza al proprio. Si trattiene momentaneamente dal farlo nel momento in cui nella scuola arriva un insegnante che soffre quasi quanto lei nel sentirsi impotente di fronte ad alcune problematiche dei propri alunni. Tra Scuola e insegnante si creerà un rapporto quasi morboso, che non riuscirà però ad evitare la tragedia finale.
Il libro si rivolge a tutti coloro che “vivono” il mondo della scuola, quindi genitori e insegnanti e dirigenti scolastici (ma non i bambini, perché il linguaggio e gli accadimenti non sono adatti ai bambini). Ma si rivolge anche a chiunque abbia voglia di ascoltare una storia, perché è questo che faccio : racconto storie.

Il libro è stato pubblicato in formato e-book dalla casa editrice Prospero, link:


ed è anche disponibile su Amazon.






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